giovedì 8 gennaio 2015

PERCHE' CONVIENE RIQUALIFICARE LA CASA



                       

                                  

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      PERCHE' CONVIENE RIQUALIFICARE LA CASA
  • Nonostante gli incentivi fiscali e le leggi dettate dall'Europa (dalla L. 296 del 2006, fino al D.L . 4 luglio 2014, n. 102 ) si continua a costruire case in classe D e, benchè consapevoli che l’efficienza energetica degli edifici è un vero e proprio giacimento di energia cui attingere attraverso il risparmio energetico, gli interventi di riqualificazione energetica stentano a decollare.
  • In Italia sono state vendute quasi 2 milioni di stufe a pellet e 60mila caldaie ad uso domestico, che vengono installate in case colabrodo, con l'intento, o meglio l'illusione di ridurre i consumi energetici.
  • Nel triennio 2007-2009 gli interventi di efficienza energetica finanziati sono stati soltanto circa 600mila, per una spesa totale di 7.5 miliardi, di cui oltre 4 erogati dallo Stato sotto forma di detrazioni del 55%. ( Oggi le detrazioni sono del 65%).
  • I valori massimi si registrano in Lombardia e Marche, mentre i valori minimi sono in Sicilia e Sardegna
  • Un'ulteriore considerazione riguarda la ripartizione degli interventi effettuati. La figura qui sotto rende evidente come, degli interventi alla struttura eseguiti dagli italiani (pareti, coperture, infissi), il 90% sia stato sugli infissi.


    Ciò è dovuto al fatto che il costo medio di un intervento sugli infissi è molto minore di quello su pareti e coperture. Ora, qualcuno potrebbe giustamente chiedersi se l’intervento agli infissi sia quello che fa risparmiare di più. La risposta, purtroppo, è generalmente no, come si vede nella figura sotto, elaborata dai dati ENEA.




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    •   Dal punto di vista dell’intervento alla struttura, dunque, la tendenza è stata quella di privilegiare l’intervento meno efficiente per il risparmio energetico ma economicamente più contenuto in termini di capitale investito (gli infissi).  

    Ma quali sono gli interventi più efficaci e risolutivi ? 
     
  • 1. La coibentazione di solai e coperture (tetto ventilato) contribuiscono per il 36,2% 
     2. Il cappotto termico contribuisce per il 18,3%
     3. Le caldaie a condensazione contribuiscono per il 24%
     4. Il solare termico contribuisce per il 15,6%
         5. Gli infissi contribuiscono per il 5,9% 
  •  E' del tutto evidente che bisogna intervenire con la riqualificazione energetica globale dell'edificio.
  • L'obiettivo può essere raggiunto per gradi, diluendo il costo, o meglio l'investimento, in alcuni anni, iniziando da quale dei 5 punti sopra elencati ?

  • La verità è che non esiste un intervento ottimale uguale per tutti. L’intervento migliore dipende dalle caratteristiche dell’abitazione, dal territorio e, soprattutto, dalle abitudini di vita di ognuno di noi. Un recente studio olandese ha infatti dimostrato come la fruttuosità dell’intervento dipenda soprattutto dal 4° punto che viene invece generalmente trascurato. Se, ad esempio, usate molta acqua calda (perchè vi fate molte docce ) e abitate in una zona normalmente soleggiata, allora l’intervento più conveniente è senza dubbio il solare termico. Se invece di docce ve ne fate poche o usate poca acqua, investire nel solare termico non conviene anche abitando al sud, dato che il tempo necessario a ripagare l’investimento iniziale si allunga a dismisura – 20 o 30 anni – vanificando i propositi di efficienza energetica (e monetaria) iniziali.

  • Gli interventi sulla struttura che garantiscono i risparmi maggiori ( pareti e solai/coperture ) costano generalmente due o tre volte più degli infissi. Il risparmio medio per intervento  (kWh/anno) è però decisamente favorevole ai primi (52.430 contro 3.369 degli infissi). 
    (Dati ENEA:  http://www.enea.it/it/pubblicazioni/pdf-volumi/RAEE20132.pdf    - pag. 109)
    Tuttavia, il grosso investimento iniziale rappresenta una barriera non da poco che scoraggia molti.

  • Un progetto di riqualificazione partendo da pareti e coperture è sicuramente conveniente nel caso di edifici realizzati prima del 1976. In questi casi è infatti molto probabile che, in assenza di manutenzioni successive sull’involucro, la qualità energetica dell’edificio sia scadente in quanto prima di questa data non esistevano leggi nazionali che rendevano obbligatoria la verifica termica degli edifici. (Se è per questo, anche oggi: basta avere la certificazione energetica, se poi l'edificio è in classe C, chi se ne frega!)

    Può anche capitare che sia prevista la manutenzione straordinaria della copertura o che sia previsto il rifacimento della facciata (intonaco, tinteggiatura ecc.). Gli interventi di manutenzione dell’involucro sono la migliore occasione per riqualificare energeticamente l’edificio a costi contenuti. Infatti le spese fisse riguardanti i ponteggi sono già nel bilancio e l’unico costo aggiuntivo riguarda l’applicazione del materiale isolante. 

  • Un’altra situazione favorevole è quella in cui sia previsto il cambio di combustibile con sostituzione del generatore di calore. In questo caso una diagnosi energetica sull’involucro, con i sistemi della #termografia IR e dell’analisi termoflussimetrica, consente di verificare se sia possibile e opportuno intervenire anche sui componenti edilizi in modo da dimensionare correttamente la potenza del nuovo generatore, i cui benefici rischiano altrimenti di essere vanificati. Gli interventi sull’involucro indicati da una corretta diagnosi possono ridurre fino al 50% la potenza del generatore rispetto a quella originale, permettendo di sommare i risparmi immediati dell’acquisto di una caldaia meno costosa a quelli, ripetibili nel tempo, del combustibile.

  • Altrettanto importante ai fini del comfort è la scelta del materiale per la coibentazione, dal quale dipende l’obiettivo di efficienza energetica che si intende raggiungere, ma anche il futuro benessere abitativo e con esso il valore sul mercato dell’edificio. Negli interventi di riqualificazione energetica degli edifici esistenti il costo del materiale isolante non rappresenta la maggiore voce di spesa, specie quando i lavori sono motivati da esigenze concomitanti di manutenzione straordinaria. Vale dunque la pena di orientarsi verso materiali che diano garanzie di elevate prestazioni, stabilità, durata, salubrità e comfort. La qualità dell’aria e l’equilibrio igrotermico indoor sono i principali agenti del benessere fisico in un ambiente chiuso, e non è conveniente barattarli in cambio di un risparmio sulle spese di climatizzazione.
  • Per concludere, risanare un edificio dal punto di vista energetico è utile e vantaggioso per i seguenti motivi:
a) accesso agli sgravi fiscali del 65%;
b) riduzione drastica dei costi di riscaldamento;
c) miglior comfort abitativo;
d) salubrità degli ambienti;
e) aumento del valore dell'immobile: a partire da 2018, tranne che
per edifici di valore storico artistico tutelati, per tutti i rimanenti ci sarà un abbattimento del valore dell’immobile a seguito della non certificazione energetica dell’edificio, anche per il fatto che nessuno vorrà vivere in case energivore.
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